CISTERNA ROMANA
Nella parte alta della città sotto l’attuale Piazza Matteotti, dove la conformazione morfologica del terreno era più favorevole, fu scavato nella roccia calcarea un grande ambiente rettangolare per la raccolta dell’acqua piovana per uso potabile: la cisterna romana. Questo vano lungo circa 60 metri, largo 19 e alto 5,70, poi suddiviso in dieci vani paralleli e comunicanti, fu costruito in opera incerta e coperto con volte a botte in opera cementizia; il pavimento e parte delle pareti furono rivestite in malta idraulica che li rendeva perfettamente impermeabili evitando così la dispersione dell’acqua attraverso il terreno. Il complesso della cisterna costituisce uno dei migliori esempi del processo di romanizzazione del piccolo centro umbro.
La struttura univa alla funzione di riserva idrica quella di sostruzione per l’area sovrastante dove è stato così possibile realizzare la piazza principale della città romana: il Foro, centro politico e sociale dell’antica Ameria. Realizzata probabilmente nel I sec. a.C., quando Amelia divenne Municipio romano, la cisterna rimase in uso fino all’età moderna e con i suoi 4400 metri cubi permetteva un approvvigionamento idrico a tutti gli abitanti grazie ai pozzi da cui si poteva attingere acqua per tutti gli usi della vita quotidiana. Questa imponente struttura ancora oggi perfettamente conservata e completamente visitabile ha mantenuto tutte le sue componenti fondamentali: il sistema di ingresso dell’acqua, il dispositivo interno di regolazione del suo livello e il sistema di svuotamento. Inoltre in un angolo del primo vano si può ancora ammirare una piccola porzione di pavimentazione realizzata probabilmente durante dei lavori di ripristino con laterizi in cui è visibile il bollo con il nome del proprietario della fabbrica: Caius Atilius Fortunatus, attiva nel II sec. d.C.
> COLLEZIONE MINERALOGICA “GIOVANNI RUBINI”
La Collezione Mineralogica Giovanni Rubini rappresenta il frutto di oltre quarant’anni di appassionata attività di raccolta condotta dal collezionista Giovanni Rubini (Roma, 4 agosto 1938 – 25 maggio 2025). La famiglia Rubini — i figli Marco e Silvia, insieme alla madre Maria Celeste Virzì — ha generosamente donato la collezione al Comune di Amelia, consentendone la conservazione e la fruizione pubblica.
La raccolta comprende campioni di minerali e rocce provenienti da tutto il mondo, selezionati per le loro peculiari qualità estetiche, di forma e colore. Una sezione specifica è dedicata ai minerali fluorescenti, che sotto luce ultravioletta rivelano suggestivi effetti di luminescenza.
L’allestimento è stato curato dal Gruppo Mineralogico Romano APS (G.M.R.), associazione culturale fondata nel 1972, che riunisce studiosi e appassionati di mineralogia, paleontologia e geologia. Il G.M.R. ha operato nel rispetto delle scelte espositive originarie, valorizzando l’impostazione estetica della collezione.
La realizzazione della mostra permanente è stata resa possibile grazie al contributo dello sponsor ufficiale Scenarious Travel, società di consulenza specializzata nella creazione di esperienze di viaggio personalizzate e di alto livello in Italia.
> ORARI DI APERTURA
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